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đLezioni che ho imparato
Un altro episodio della nostra rubrica, sempre lo stesso meccanismo: chiederemo ad alcuni top manager italiani sempre la stessa domanda:
Quali sono i tre consigli di carriera che avresti voluto ricevere da sbarbato?
Oggi abbiamo come ospite Luca Gandini, Luca ha oltre 15 anni di esperenza come Project Manager in progetti ICT in ambito medico. Papà di due bambine di due e sei anni, appassionato di lettura e scrittura, è autore della newsletter settimanale Genitori Instabili, dove racconta esperienze personali e metodi per conciliare il ruolo di genitore con quello di essere umano, nelle sue varie sfaccettature.
Ed ora, lasciamo la parola a Luca:
1. La centralitĂ dei valori e il concetto di successo.
Il primo consiglio che mi sento di dare è un bellâesame di coscienza, da ripetere nel tempo.
Ti fai mai la domanda âquali sono i tuoi valori?â. La carriera, la famiglia, gli amici, la salute, lo sport. Insomma, ce ne sono tanti. Ma siamo sicuri di riuscire a perseguirli tutti con la stessa intensitĂ e in parallelo? Qualche capello bianco, mi suggerisce il contrario.
Nota di Manuel: qui vi consiglio questo libro.
Ad un certo punto della mia carriera lavorativa, ho capito che la famiglia e i figli rappresentavano il mio valore principale e quindi ho dovuto affrontare delle scelte. La piĂš importante?
Slegare il concetto di successo da quello della carriera professionale.Â
Ogni persona, in base al proprio valore principale, può raggiungere tipologie di successo differenti: sul lavoro, in famiglia, nello sport o in altri ambiti.
2. La carriera come un volo di linea.
Non tutti possiamo avere una carriera che segue la traiettoria di un razzo (ricordo che solo quelli di ultima generazione, tornano indietro integri. Gli altri facevano una brutta fine).
Preferisco vedere la crescita professionale come un volo di linea, che raggiunge una notevole altezza e una velocitĂ di crociera, verso mete bellissime.
Ma prima deve affrontare il decollo. Riportando la metafora sul contesto lavorativo, consiglio di dedicare la massima intensitĂ (decollo) di intenti e di crescita professionale nella prima parte (primi dieci-quindici anni), per poi sfruttare questa spinta e gestire il prosieguo della carriera (fase di volo).
Come saprete ci saranno spesso delle turbolenze, ma si impara sul campo a gestirle. Gli sforzi compiuti in fase di decollo, saranno poi ripagati durante il volo. AttivitĂ che allâinizio richiedevano ore si trasformeranno in questioni di minuti: esperienza, organizzazione e focus fanno la differenza. Sempre. Come detto è un viaggio: non si può pretendere di avere queste qualitĂ al check-in.
3. Lâimportanza di dire no.
Eâ facile perdere la bussola. Quando si inizia a crescere sul lavoro, possono arrivare proposte allettanti, in termini economici e di posizione.
In questi momenti è importante mantenersi lucidi e porsi le giuste domande. Questa opportunità avrà impatto sul mio valore principale? Sono disposto a scendere a compromessi? Manterrò un certo standard di qualità di vita?
Questi sono alcuni dei quesiti, ma ognuno ha i propri. Nel mio viaggio mi sono trovato nelle condizioni di rifiutare occasioni importanti. A volte ho accettato un rischio, altre ho âbarattatoâ lâaspetto economico con un âsalvadanaio di tempoâ da spendere come meglio credessi, e altre ancora ho accettato posizioni piĂš sfidanti, ingannando la sindrome dellâimpostore, sempre dietro lâangolo.
In sintesi, lâera dei âtreni che passanoâ è finita: se si hanno qualitĂ tecniche e personali, le opportunitĂ si creano.
Quindi non abbiate paura a dire dei ânoâ, la carriera professionale è una maratona.
Nota di Manuel: qui mi sento di consigliarvi questo libro (un evergreen), una masterclass su come curare il networking e gestire i rapporti.
Altri spunti? Guarda qui sotto!
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Manuel